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La sera del 20 giugno 1954, quando al termine di una cena si rivolse così ai suoi ospiti, Frank Lloyd Wright aveva da poco compiuto ottantasette anni: "Non vi ho mai confidato fino a che punto le stampe giapponesi sono state per me fonte di ispirazione. Non mi sono mai liberato dell'effetto prodotto dalla prima impressione che mi procurarono e probabilmente non me ne libererò mai. Era l'incedere della grande dottrina della semplificazione, dell'eliminazione di tutto ciò che è insignificante. Trascorreremo una serata delle incisioni a print evening - durante la quale vi mostrerò diverse prove fornite da questi grandi artisti. Hokusai e Hiroshige hanno registrato l'intera vita di una civiltà in maniera irripetibile, l'accadimento più minuto e insignificante e quello più grande e importante. L'architettura del Giappone è simile, anche graficamente, all'ideologia del Paese, lo Shintoismo. Furono grandi semplificatori. Scoprirono l'essenza di tutto ciò di cui si occuparono. Se potessimo ricondurre nuovamente questa qualità nelle nostre vite". Il volume è arricchito dai saggi di Francesco Dal Co e Margo Stipe.